Notizie tratte dal Sito del Comune di Zavattarello (Clicca sul collegamento per approfondire)

La leggenda narra che Zavattarello sia stato rifugio di disertori romani fuggiti dalla battaglia del Trebbia, vinta da Annibale nel 218 a.C. La presenza di un villaggio in quel periodo è confermata dal ritrovamento di una necropoli romana, anche se altri reperti più antichi suggeriscono che il luogo fosse già abitato in precedenza. Sembra pure che, in tarda età romana e nel Medioevo, lavorassero in paese molti calzolai: lo stesso nome di Zavattarello deriverebbe da un termine locale dell'epoca verosimilmente somigliante al moderno "zavaltée". In un documento risalente al 972 parla dell'avvenuta assegnazione della località al Monastero di Bobbio (Pc) da parte dell'imperatore Ottone I e riporta il nome "Zavattarellum". Il paese restò, comunque possedimento del monastero sino al 1169, quando, durante le lotte tra Pavesi e Piacentini, fu conquistato da questi ultimi.
Nel 1209 per decisione dell'imperatore Ottone IV Zavattarello ridivenne possedimento del vescovo di Bobbio. Fu teatro di prolungate contese tra due fazioni piacentine: quella ghibellina capitanata dalla famiglia Landi e quella guelfa guidata dalla casata degli Scotti. Le alterne vicende belliche e diplomatiche permisero a entrambe le parti di governare il feudo: l'ultima parola fu dei Landi, che tennero Zavattarello sino all'approssimarsi dell'era viscontea.
Su Ubertino Landi, temuto signore di Zavattarello, si favoleggiavano truci leggende che difese il castello da numerosi attacchi e da altrettante sanguinarie battaglie. Col tempo e con la vecchiaia egli però decise di cedere i suoi possedimenti ai guelfi piacentini.
L'affermazione dei Visconti segnò l'ascesa dei Dal Verme: nel 1385 il vescovo di Bobbio attribuì il feudo a Jacopo Dal Verme, oriundo di Verona, celebre condottiero e fondatore di una scuola militale conosciuta in tutta Europa. Egli fu il primo della casata Dal Verme ad avere possedimenti nell'Oltrepo Pavese.
Nel 1485 Lodovico il Moro fece avvelenare il conte Pietro Dal Verme, che non lasciò prole maschile: il Moro si impadronì cosi di Zavattarello e lo infeudò a Galeazzo Sanseverino, conte di Caiazzo. Nel 1499 Lodovico il Moro fuggì da Milano di fronte all'avanzata dell'esercito francese comandato dal milanese Gian Giacomo Trivulzio e si rifugiò in Germania, insieme al Sanseverino. Bernardino della Corte, cui era stato affidato il Castello di Milano, si arrese ai Francesi per denaro e fu ricompensato proprio col feudo di Zavattarello e con altri beni che erano appartenuti ai Dal Verme. Gli eredi di questa famiglia però continuavano a reclamare i propri diritti e nel 1512, alla morte della Corte, riebbero Zavattarello. Da parte sua, il Sanseverino si alleò ai Francesi e nel 1520 riottenne il feudo da Francesco I. Le lotte tra il Sanseverino e i Dal Verme terminarono solo con la morte del primo alla battaglia di Pavia nel 1525: da allora i Dal Verme rimasero padroni in contrastati del feudo.
Nel 1817 Zavattarello passò dalla Diocesi di Bobbio a quella di Tortona e nel 1923, con Bobbio, fu aggregato alla provincia di Piacenza. Le proteste, sfociate in una clamorosa "marcia su Bobbio" nel dicembre 1924, costrinsero le autorità a organizzare un plebiscito che nel 1925, decretò il ritorno del centro sotto Pavia.