CHIESA ORATORIO DI SAN ROCCO

Tra l'anno 1630 e 1632,la peste, che trovò in Alessandro Manzoni un immortale fotografo, è arrivata fino a Retorbido, dicono gli scritti, a causa di una donna che era fuggita da Voghera e in breve tempo lo spostamento di persone da un posto all'altro ha affrettato il trapasso della peste distruggendo così famiglie e paesi. Retorbido aveva allora una sola via (oggi via Paolo Meardi) che era allora attraversata dal torrente Rile (deviato nel 1896). Le acque stagnanti, soprattutto nella stagione calda, creavano veicolo alimentari dei microbi. A Retorbido non c'erano medici e non esisteva un Lazzaretto, il paese contava allora circa 600 abitanti e in due anni subì una perdita di circa 230 unità; fu proprio in quella situazione così disperata che fu costruita una chiesa oratorio dedicata ai Santi Rocco e Sebastiano, ritenuti invocati come protettori delle pestilenze e dei mali contagiosi.

La peste cessò e i superstiti, piangendo i cari perduti, continuarono a pregare i due Santi nella piccola chiesa, posta presso il Municipio. La chiesa si mantenne sempre aperta al culto, dipendendo però dalla chiesa parrocchiale. La peste non è che uno storico ricordo, ma nel 1955 il Parroco, con il Sindaco, vedendo che la chiesa andava in rovina, costituì un comitato per il recupero della struttura. Tutto il paese, anche i retorbidesi emigrati in America, diedero il loro contributo e il 16 Agosto (festa di San Rocco) la chiesetta apriva la porta per accogliere tutto il popolo in festa. La banda rallegrava questo importante evento.

Da allora la chiesa è sempre rimasta aperta al culto, ed ha subito negli ultimi anni altre ristrutturazioni: la prima a metà circa degli anni ottanta doce sono stati rimessi a nuovo i muri interni, la pavimentazione e le facciate esterne con l'affresco antistante. Il secondo intervento di ristrutturazione ha permesso alla chiesa di ottenere una veste più decorosa, demolendo una vecchia struttura adibita a magazzino, adiacente al lato sinistro dell'edificio, ottenendo così uno spazio dal quale è stato ricavato un giardino, reso ancora più accogliente dalla posa di una pavimentazione e da una caratteristica fontanella.