E' la chiesa
parrocchiale antica di Retorbido (fino alla fine del 1600). Forse fu dedicata
all'Apostolo pescatore perché costruita tra le case, sulla sponda
del Torrente Rile .
Questa Chiesa
è la più antica del circondario, della quale è cenno
negli annali Tortonesi del "Salice" all'anno 348, dimostra l'antichità
del Cristianesimo in Retorbido; questo si deve collocare tra i primi avvenimenti
religiosi della Chiesa Tortonese. Forse a questo primo probabile edificio
sacro, dedicato all'Apostolo Andrea; di qualche metro sotto il livello
dell'attuale pavimento, ne è subentrato un secondo, tutto, o almeno
in parte; si intuisce dalle finestre Monofore, venute alla luce nell'ultimo
restauro; e dall'uso di mattoni 'striati' occasionali nella prima metà
del secolo XI, quasi generali nella seconda metà dello stesso secolo,
raramente nel secolo XII e meno ancora nel secolo XIII. Da qui un indice
molto indicativo per collocare il secondo edificio romanico, subentrato
alla prima chiesa, ricordata dal Salice e dall'Alessi.
Lo studio dei
documenti di archivio, conservati nella curia vescovile di Tortona, ha
portato solamente in luce un plico incompleto della visita Gambara, dove
si parla invece della terza trasformazione dell'edificio nelle attuali
forme rinascimentali, tornate alla luce con i restauri.
Al termine del
lungo piazzale, ricavato dall'antico cimitero, la chiesa romanica è
stata rialzata e ridotta all'attuale forma cinquecentesca come appare
evidente dai muri : semplice nella
linea, a mattoni e sassi a vista, fiancheggiata da due lesene e timpano
sovrastante. Nella parte absidale è il campanile,anch'esso in mattoni
a vista dotato di campane.
L'interno, ad
unica navata, è dotato di un coro ligneo seicentesco, mirabilmente
restaurato recentemente, sormontato da un affresco eseguito del Legnani
nel 1853 e raffigurante la Vergine traS. Andrea e S. Martino.
Nel mezzo è
l'unico altare, sormontato da un tempietto a quattro colonne, poggiato
su predelle: il tutto costruito in
pietra locale. Il tabernacolo ha una porticina in argento sbalzato raffigurante
la Madonna del Rosario. La pavimentazione è interamente in cotto.
Entrando nella chiesa a sinistra dell'ingresso e a destra dell'altare
vi sono due crocifissi di buona fattura e in discreto stato di conservazione
risalenti al 1700 ca. Ancora a destra dell'ingresso è murata una
lapide in marmo con una iscrizione in latino così tradotta:
" Qui il
20 Giugno 1887 vennero tumulate le ossa estratte dal cimitero laterale,
di colo che morirono nel 1827 e fino al 16 settembre 1870. Le ossa di
coloro che morirono prima del 1827 e di alcune vittime dell'epidemia del
1867 giacciono tutt'ora nel cimitero che è avanti a questa Chiesa".
Sulla stessa parete, in una nicchia, vi è una Madonna Addolorata
in legno anch'essa del 1700. Dalla parte destra attraverso una porticina,
si accede alla piccola sacrestiadove si può ammirare una singolare
via Crucis dipinta appositamente per la Chiesa nel 1980 da Don Pollaiolo,
sacerdote Orionino. La Chiesa Oratorio e sede della Confraternita che
porta il nome del Santo Patrono. Ogni anno il 30 Novembre, la chiesetta
celebra la sua festività con una Messa solenne, e così il
Lunedì di Pasqua e il primo lunedì di ogni mese. Nella sacrestia
vi è una parte di mercatino dell'antiquariato che la Confraternita
allestisce ogni primo sabato e domenica del mese.
Fonte Ginetta Viola Mussini: "Valle Staffora viva"
Pavia Tip. Pop. 1972
Fonte Rino Callegaris: "Un paese con radici lontane" Il Popolo
13/06/82
Fonte Fabrizio Bernini: "Vughera e d'inturan" CEO 1984
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