L'OLTREPO' PAVESE Dal sito internet dell'assorato al Turismo della Provincia di Pavia |
l' OLTREPÒ PAVESE un territorio a forma di grappolo. Oltrepò Pavese già Vecchio Piemonte è l'area territoriale meridionale più grande della Provincia di Pavia che si spinge fino ai monti, formando un cuneo tra le Province di Alessandria e Piacenza. Al di là del Po, si estende per circa 70 km a sud della sponda destra del fiume da oriente a occidente e verso sud è montuosa. Dal
fiume si allontana per quindici miglia circa fino a raggiungere a est
il territorio di Piacenza, mentre a ovest è delimitata dai territori
di Tortona, Alessandria e del Monferrato al di là del Tanaro. Ha una superficie complessiva di 109.815 ettari ed è costituita da pianure, colline e montagne. La zona collinare raggiunge i 300 metri di altitudine, costellata di castelli, con una piacevole varietà e ricchezza di paesaggi. La viticoltura occupa principalmente la zona collinare, i cui fianchi sono fittamente solcati da filari di viti, disposti secondo le curve di livello e secondo la massima pendenza con una vegetazione rigogliosa e grappoli opulenti. Su tutta la linea di colli che sovrastano il Po nella pianura della Via Emilia, sorgono i 78 comuni oltrepadani con cittadine, paesi rurali e castelli, fra campi e vigneti dove si coltivano le varietà di vitigni che danno i vini tipici e pregiati dell'Oltrepò Pavese, onore e vanto di questa generosa terra. La zona di pianura, con un'area di 310 kmq, si estende a mo' di mezzaluna tra il margine collinare e il Po, restringendosi da Ovest a Est dai circa 16 km che separano il fiume Rivanazzano ai circa 4 km della "Stretta di Strabella". Le estreme propaggini plioceniche delle basse colline affondano sotto i terreni alluvionali nei quali il passaggio dalle alluvioni più antiche a quelle più recenti non è sempre riconoscibile: manca infatti l'alto terrazzo del piano diluviale generale che invece si innalza per vari metri sulla riva sinistra del Po. Il clima in queste zone di pianura si presenta con una umidità elevata, la quale si manifesta talvolta sotto forma di nebbia, specialmente nelle notti e nelle prime ore del mattino lungo i corsi d'acqua. La vegetazione comprende soprattutto pioppeti. I terreni sono fertili e in parte irrigui ma tutti seminativi con alta produzione di cereali e prodotti ortofrutticoli. La
zona di collina ha una estensione di 464 kmq (il 42 % dell'Oltrepò
pavese) e raggiunge una altitudine di circa 600 m sul livello del mare.
Il clima è del tipo temperato, con in particolari periodi dell'anno,
elevate escursioni termiche, manca un vero periodo di attività
primaverile e le precipitazioni atmosferiche sono riscontrabili in quasi
tutto l'arco dell'anno, con piogge abbondanti soprattutto in Autunno. Dei
1098,15 kmq costituenti l'area dell'Oltrepò Pavese 325 kmq appartengono
alla zona di montagna. Essa comprende l'alta valle dello Staffora, la
val Trebbia e la val Tidone. Il crinale appenninico culmina nel monte
Chiappo (1699 m) e la dorsale sinistra prosegue con il monte Rotondo (1568
m), il monte Garave (1549 m) e il monte Bogleglio (1491 m). L'altro dorsale
dal monte Lesima (1724 m), la cima piu'lta dell'appennino pavese, con
direzione Nord tocca il monte Tartaro (1683 m), il monte Terme (1551 m),
il Cima Colletta (1493 m), il passo del Brallo (951 m) il piu' alto comune
della provincia di Pavia e prosegue con il monte Penice (1460 m). L’Oltrepò Pavese è una zona da considerarsi ad alta vocazionalità viticola, grazie alle sue caratteristiche pedologiche, territoriali e climatiche, che ben si adattano alla coltura della vite. Naturalmente l’estrema variabilità delle condizioni pedo-climatiche fanno sì che alcune zone si mostrino più adatte a certi vitigni piuttosto che altri, proprio sulla base delle caratteristiche genetiche di questi ultimi. Se vero è che la vite è coltivabile un po' ovunque in Oltrepò, vero è anche che determinate caratteristiche organolettiche saranno raggiunte solo tenendo conto delle precise situazioni di terreno e clima in rapporto alle caratteristiche dei vitigni o in altre parole dell’interazione vitigno-ambiente, intendendo come ambiente l’insieme del terreno edelclima.Nella zona più orientale, con riferimento ai comuni di San Damiano al Colle e Rovescala, al confine con la provincia di Piacenza, è diffusa la coltivazione delle due principali uve a bacca rossa, Barbera e Bonarda pavese, localmente detta Croatina. Le uve raggiungono, per motivi legati oltre che al suolo anche al clima, ottimi livelli di maturazione, capaci sia di dare vini vivaci di corpo che di sostenere invecchiamenti notevoli con il contributo del legno nella vinificazione. Qui anche il Pinot nero con cloni adatti, fornisce degli invidiabili vini rossi. Di converso, la zona, non si presta all’ottenimento di bianchi particolarmente freschi ma riesce, comunque, con il Pinot nero a dare buoni vini bianchi fermi. In bassa Valle Versa, nella zona di Canneto Pavese, Montescano, Montù Beccaria, le medesime uve riescono a dare un prodotto che per motivi di ordine climatico è organoletticamente assimilabile alle zone geologicamente più vocate precedentemente descritte. La migliore espressione per le varietà a bacca bianca si ha in alta Valle Versa e in alta Valle Scuropasso dove si possono distinguere aree a vocazionalità omogenea. Ottime risultano, per le basi spumante con Pinot nero, Chardonnay, Riesling italico, le zone di alta valle, la sponda di destra con Canevino, Volpara e Golferenzo, (le ultime due ottime anche per la varietà Moscato), ed in parte Santa Maria della Versa. Nella sponda di sinistra ha uguale valenza Montecalvo Versiggia. Per i bianchi fermi la zona migliore si sposta ad una quota inferiore verso il fondovalle degli stessi comuni. |